NOTTI IN BIANCO, BACI A COLAZIONE_MATTEO BUSSOLA

L’altra notte, come spesso capita, stavo cazzeggiando su facebook in attesa che mi venisse un briciolo di sonno e mi sono imbattuta nel post di un amico. Una frase dolcissima, dedicata a sua figlia. L’ho letta tutta d’un fiato e, solo dopo averla aperta completamente, mi sono resa conto che era firmata Matteo Bussola e non “il mio amico“…a dirla tutta, conoscendo il tipo, mi era sembrato un po’ strano che scrivesse parole così tenere e trattasse di argomenti così delicati. Inutile dire, che dopo un secondo, ero già su google a curiosare…e dopo circa 2 minuti ero già su Amazon con il carrellino della spesa pronto per fare shopping compulsivo.

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Il 27 luglio NOTTI IN BIANCO, BACI A COLAZIONE è arrivato a casa mia.
Bene!, mi sono detta, lo aprirò in vacanza e lo leggerò con calma. E invece no. L’ho aperto subito e, dopo le prime due pagine, l’ho divorato con la voracità con cui affogo le mie notti insonni nella nutella.
Ciò che mi resta, dopo averlo finito, è la sensazione che sia durato troppo poco, che avrei continuato per altre 1000 pagine a leggere le storie buffe di questo Papà e delle sue cucciole. Una storia d’amore dolcissima, quella che si evince dai suoi racconti, quella di un uomo con le 4 donne della sua vita: la compagna Paola e le loro tre figlie Virginia, Ginevra e Melania. Un Papà attento, presente, collaborativo, che si immerge nel caos della sua vita e lo trasforma in energia positiva, in benzina.
E fa sembrare tutto semplice, Matteo…mai un accenno ai capricci, ai litigi, allo stress delle nottate insonni, alla stanchezza che subentra, alle scadenze di lavoro che non si rispettano, alla casa che è un campo minato di giochi sparpagliati ovunque, agli aiuti inesistenti (o quasi), alla coppia che lentamente si “scoppia” per diventare una “comitiva”, ai soldi che non bastano mai, al bisogno di silenzio e alla voglia di ritrovare l’intimità lenta e rilassata con il proprio compagno in un talamo d’amore (e non 5 minuti al volo, in religioso silenzio, prima che il letto si ritrasformi, in men che non si dica, in un bungee jumping). Ed io che, come lui, nel mio blog parlo di famiglia e figli, resto incantata dal suo punto di vista maschile, ma così maledettamente femminile. Un Papà raro, come ne conosco pochi, che sguscia la paternità da tutte le scorze dure e va dritto al nocciolo, all’essenza. In quella profondità che solo le persone speciali sanno trovare.
Grazie Matteo. Resto in attesa di NOTTI IN BIANCO, BACI A PRANZO…ed ovviamente anche A CENA! Fino ad arrivare a quando Virginia andrà in vacanza con gli amici per la prima volta e allora i baci li darà a qualcun altro! Eh si, toccherà anche a te prima o poi!

Consiglio questo libro a tutti i papà, perchè aiuta ad invertitre qualche gradino nella scala delle proprie priorità ed aiuta a comprendere che:

“Tua figlia avrà otto anni una sola volta e quattro anni una sola volta e due anni una sola volta, mentre ti trovi ad assistere ogni giorno, ogni ora, ogni minuto a una serie di spettacoli per i quali non sono previste repliche. […] La cosa che non sai è che non è vero che tu resti la stessa persona. Perché mentre loro imparano la vita, tu impari a essere padre, cioè impari la tua seconda vita. Che vuol dire smettere di essere e cominciare a esserci, sapere che quel che c’è passerà presto, riuscire a cogliere la fortuna di quel sorriso tutto per te anche quando sei stanco, la bellezza di quel gioco anche se sei nervoso, la meraviglia di quei sedici chili che vogliono dormire solo addosso al tuo sterno anche quando sei devastato dalla stanchezza e daresti di tutto per dormire a pancia sotto, senza una manina che ti rovista nel naso. Il fatto è che le tue narici saranno uguali anche fra cinque anni. Quella manina invece no. E pure quella voglia di dormirti addosso se ne andrà, e tu maledirai ogni giorno che non ti sarai goduto, ogni carezza non fatta a quei capelli quando ce li avevi lì a portata, e quando lo spettacolo si sarà spostato su altri palcoscenici in cui non potrai essere presente, quando non sarai più in prima fila ma fuori dalla porta, dormirai sulla schiena solo per ricordare” M.Bussola

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