WHATSAPP…NON SI PUO’ NEMMENO PIU’ CHATTARE IN SANTA PACE!

Già quella volta in cui la mia amica, appena piantata barbaramente dal fidanzato, mi mandò un messaggio vocale ed io, non potendo immaginare la situazione, lo ascoltai candidamente in una stanza piena di gente, capii che WhatsApp è uno strumento pericoloso. Non fu bello, nella sala d’attesa del pediatra, sentire una pazza fottuta che smadonnava con il calendario in mano ed in tutte le lingue del mondo, colorando il racconto con epiteti forbiti di ogni sfumatura…dallo stronzo, alla zoccola…che manco uno scaricatore di porto durante il diluvio universale… Perché poi si sa che , in momenti come questi, cioè quando tu vorresti repentinamente rimediare al danno fatto ed essere risucchiata dalle viscere del pianeta terra, ti si inceppa il cellulare, si oscura lo schermo, le dita si incastrano tra di loro, arriva lo Tsunami, e non fai in tempo a premere “stop”…eccheccazzo.
Quel giorno decisi che non avrei ascoltato mai più messaggi vocali in pubblico, nemmeno se avessi avuto la certezza assoluta che mia mamma mi stesse chiedendo “ti porto due friarielli, a mammà?“.
Poi ci fu quell’altra storiella, non molti giorni fa. Quella in cui la mia bellissima e impertinente nuora, Courteny Love (per chi non la conoscesse), attivò sul nuovo smartphone della mia amata consuocera l’impostazione vocale per i non vedenti. All’improvviso, nel supermercato, il suo cellulare iniziò a sputtanare a gran voce tutto quello che le scrivevo su WhatsApp: “danidà ha scritto: blablablabla… danidà ha scritto: mfndjiejdnfjdi… danidà ha scritto: menomalechedanidànonhascheletrinell’armadio“.
Panico…le iniziarono ad arrivare decine di messaggi vocali da parte di decine di persone…e lei, con la velocità manuale di un bradipo in pensione, non sapendo come evitare quel supplizio, fu costretta a spegnere l’aggeggio infernale e a correre a casa in cerca del manuale delle istruzioni.
E poi ci sono loro, i nostri nani seienni, neo studenti, che hanno appena imparato a leggere e che, per gioia e curiosità, sperimentano la loro nuova abilità, leggendo tutto il leggibile.
– Mamma, perché Rosaria ti ha scritto che “stasera non è cosa”? Che dovevate fare?
– E perché Ally ti ha scritto che “si è sfracassata la uallera?” Cos’è la uallera?
– E perché hai un contatto che si chiama IO, ma dalla foto si vede che non sei tu?
– E perché le mamme della mia classe ti hanno mandato i compiti?
– E perché le mamme della classe di federico scrivono sempre?
– Mamma perché hai un gruppo che si chiama NOI DELLA 5D se io sto in 1 B? Aspetta, vai dietro che non ho letto bene…
– Mamma perché leggi e ridi da sola? Mi fai ridere pure a me?
– E che vuol dire quello che hai scritto? M A G G R U T T O C A Z Z…ah si ho capito, m’agg rutt o cazz! Mamma perché scrivi le parolacce?

Ale perché non ti fai una forchettata di cazzi tuoi e non ti metti a leggere una favola a tuo fratello mentre io scrivo minchiate alle mie amiche?
Sono in ostaggio degli occhi curiosi di mio figlio, quindi siete pregati di non scrivere parolacce o mandare foto poco consone in chat dopo le 17:00!
Non si può nemmeno più chattare in santa pace…

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