UNA SPUGNA

In questi giorni sono una spugna che assorbe tutto: le ansie, le angosce, le delusioni, i dolori, lo stress, le paure altrui. Dovrei chiudermi nella mia barricata, ed impedire che il chiacchiericcio penetri dagli spifferi, ma quando sono le persone che ami che ti sovraccaricano di preoccupazioni, difendersi risulta impossibile.
E questa giornata iniziata con il conto dei bacetti del mio cucciolo, si è trasformata in una merdosissima giornata qualunque…e questa giornata che ha segnato la fine di un percorso durato quasi 9 mesi, con l’ultimo tracciato andato bene, si è trasformata in una merdosissima giornata qualunque…e questa giornata che segna l’inizio del countdown si è trasformata in una merdosissima giornata qualunque.
So come voglio affrontare la nascita di Federico ed il suo ingresso nella vita di Alessandro, ma so che tutti quelli che mi circondano non avranno la delicatezza e la sensibilità di rispettare le mie decisioni. La superficialità prenderà il sopravvento e lo caricheranno di ansia inutilmente, turbandolo. L’idea che non potrò gestire la situazione perchè sarò lontana mi angoscia…c’è una folla di gente che in quei giorni si intrufolerà nelle nostre vite con la delicatezza di ippopotami che si tuffano in acqua completamente disidratati. E so che sarà così, perchè già lo fanno…con invadenza, con goffa ed arrogante sfacciataggine. Lo incontrano e non fanno altro che chiedergli quando arriverà il fratellino, ricordargli che tra poco non sarà più il principino di casa. Nessuno che gli chieda “ciao cucciolo, come stai?” o che semplicemente si faccia i cazzi suoi.
Ed è uno scotto da pagare…quello di avere tanta gente intorno, di avere una famiglia così incredibilmente numerosa e soffocante. Vorrei che svanissero tutti nel nulla e che ci facessero vivere questo momento magico nell’intimità della nostra famiglia, senza invasioni di massa, senza miliardi di visite e chiacchiere inutili, senza intromissioni e domande sterili di circostanza.
Puff…improvvisamente vorrei svanire ed essere altrove…solo noi quattro.

2 pensieri riguardo “UNA SPUGNA

  1. Ricordo le stesse angosce poco dopo la nascita di Fra. Dico…un’ora dopo eh. E così fino a due, tre mesi…in casa, per strada. Un’assurda orda di gente, familiari e non, che ti travolgono mentre tu vorresti solo guardare tuo figli, i tuoi figli e magari, perché no, piangere di gioia o di stanchezza nel silenzio della tua camera e tra le braccia di tuo marito.
    Alessandro pian piano capirà, e vedrai come si divertirà quando tornerai a casa con un nuovo fagottino tra le braccia! Rilassati, placa questt’ansia. Hai bisogno adesso di pensare a te, a Federico. Ale ne verrà fuori alla grande, non appena ti rivedrà.
    Ti voglio bene, ed amo questo nuovo nipotino che arriva. Conto i giorni, insieme a te. E a distanza lascio una carezza per Ale…nel pensiero lo porto al parco, oppure lo faccio parlare al telefono con te quando sei in ospedale.
    Ecco…e che cacchio mi viene da piangere! Afammoc!

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