20 AGOSTO 2012

Piccolo Angelo, ho visto il terrore nei tuoi occhi e in quell’attimo che sembrava infinito sono morta e rinata mille volte. La mia apprensione ti ha bruciato le ali. Ho voluto proteggerti dal mio terrore che ti succedesse qualcosa di tragico, sbagliando.
Una corsa al Pronto Soccorso più vicino, un fazzoletto bianco fuori dal finestrino ci ha consentito di superare traffico e semafori avvisando che in quell’abitacolo stava succedendo qualcosa di terribile. Tuo padre ci teneva stretti a lui, zio G guidava più veloce che poteva…e poi, all’improvviso, siamo stati fagocitati dalla confusione dei medici intorno a noi e tu, amore mio, terrorizzato, che subivi un dolore atroce, ingiusto e maledettamente sproporzionato per quel corpicino così perfetto, deturpato da quel fottutissimo liquido bollente.
Perdonami, anima mia, se sono stata impulsiva, se non ho saputo controllare la mia ansia di proteggerti. Ti aggrappavi a me con tutte le forze che ti restavano e urlavi, con quel po’ di fiato che ti restava in gola, come non hai mai urlato prima. Ho sentito la tua sofferenza scorrermi nelle vene e mi sono ustionata anche io in quell’attimo, ero incenerita. La mia anima avrebbe voluto strapparti il dolore e sentirlo amplificato migliaia di volte sul suo corpo ingiustamente intatto.
Lunedì 20 agosto il mio cuore si è fermato. L’interruttore che mi ha tenuto accesa per 32 anni si è abbassato su Off ed ho creduto di impazzire, mentre ti tenevo tra le braccia, immobilizzandoti per farti medicare.
Perdonami, perdonami, perdonami, vita mia, se da oltre una settimana devi subire medicazioni, se la tua meravigliosa vacanza al mare si è di colpo interrotta, per catapultarti in un incubo fatto di caldo afoso, sudore bollente, insofferenza.
I medici dicono che stai molto meglio, che il primo strato di pelle si sta riformando e che non dovrebbero restare cicatrici. Tu sei tranquillo, allegro, il bambino meraviglioso di sempre.
Sei una roccia, cuore mio, così piccolo eppure così incredibilmente forte e coraggioso. Lasci che gli altri si prendano cura di te, sopportando medicazioni, bende, fasciature senza lasciar trapelare alcun fastidio.

Perdonami, anima mia.
Volevo solo proteggerti.
Mamma

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