Ci sono dei giorni in cui ci si stranisce. In cui ci si siede al centro della propria esistenza e ci si guarda intorno, osservando ciò che abbiamo demolito con rabbia e ciò che abbiamo costruito con amore. Stando Immobili, si riescono a scorgere cose che in movimento sfuggono. Colori. Sfumature. Crepe.
Oggi resto ferma, seduta al centro esatto del mio pavimento. Mi guardo intorno, nella frenetica attesa di scorgere qualcosa che non ho ancora visto, ma tutto mi sembra identico a prima. Ripercorro la mia vita, la quotidianità monotona, gli imprevisti. Vedo cose che mi esaltano, entusiasmandomi…altre che mi fanno male, colpendomi ancora su ferite già aperte…altre che mi fanno incazzare, demotivandomi…molte altre che mi lasciano del tutto indifferente, scivolandomi addosso come lacrime di pioggia.
Sento dentro un’energia che non so reprimere. E vedo intorno un buio che non so annientare. Alterno i miei stati d’animo, che saltellano dall’euforia al silenzio più totale.
E non ha una logica questo post…non ha un seguito o una fine. Sono solo pensieri sconnessi che scivolano dalla testa alle dita, in cerca di una loro precisa collocazione. Li lascio qui, in questo blog pieno di ragnatele e polvere. In questo spazio che mi è appartenuto, come mi appartengono queste mani che adesso trasformano i miei pensieri in un lasciapassare verso la mia interiorità. Li lascio su questo fondo nero che ha sentito risate, ha assaggiato lacrime, ha procurato sorrisi, ha vissuto emozioni. Li lascio in questo spazio un po’ abbandonato…ma anche no…li lascio per me. Per chi è solito passare di qui. Per qui capita da queste parti per caso.
E scusatemi se non c’è una fine, ma non ho più nulla da scrivere.
I pensieri sono così…vanno e vengono. Non hanno un tempo. Non hanno una logica. Non danno spiegazioni.

5 pensieri riguardo “

  1. Ho riflettuto tanto in questi lunghi giorni.
    Sono andata via. Ma ho un segno evidente, tangibile e reale che mi porterò sempre. Quando lo incisi sulla mia pelle, quasi un anno fa, c’erano volti ben precisi. Oggi se ne aggiungono molti ancora. E li porto tutti con me. Per non dimenticare, per proteggermi, per non fidarmi, per difendermi, per imparare ancora. Deve adesso solo passare ancora un po di tempo per riabilitarmi. Devo vivere ancora un po di convalescenza, per riprendermi. Devo capire ancora molto, per guarire.
    Si può peccare anche di troppo amore, e si può peccare anche nel dimostrare il troppo amore. E questo è stato un errore che prima o poi, in qualche modo, mi perdonerò. Anche se so già che lo farò di nuovo. Ma in altre situazioni della vita, con altre persone che incontrerò, in altri modi.
    Lo spartiacque nella mia vita tra ieri e domani sta tutto in quei colpi di forbici che impietosamente recidono tutto ciò che non va e che impedisce di crescere in modo sano, per fare buoni frutti. Il 2009 era per me l’anno del resistere. Su tutti i fronti della mia vita, in merito a tutte quelle cose che fino a poco fa erano stabili come rocce e invece pian piano si sono sgretolate come grissimi. Io ho resistito quanto più ho potuto, perfino facendo violenza alla mia volontà, ai miei desiderio, ai miei sogni. Alle mie convinzioni.

    E’ quasi terminato, questo anno. Chissà cosa ci offrirà ancora questa vita a sorpresa. Nel frattempo vado in giro con segno addosso. La prova provata.

    Baci, abbracci, mano nella mano.
    La strada è lunga, mio caro nero assoluto. Ma abbiamo le gambe forti e fiato a volontà.
    Finché regge, nessuno ci deve e ci può fermare.

  2. Sono le esigenze narrative ad avere un inizio e una fine. La vita ha un inizio nella nascita e una fine nella morte. Quando la vita si racconta a volte la si circoscrive.. Ma a me piace il racconto aperto, che non è un racconto, ma è aderente alla vita che si vive, come la si vive. Per come si è. Mi piace così, come uno stream of consciuosness -talvolta anche unconsciuosness-, perché quando la dici così, la vita, non è solo una storia. E’ la tua storia.
    E se la vita e i racconti hanno un inizio e una fine, le persone no. Le persone iniziano prima di nascere e non finiscono nella morte.
    Ti abbraccio.

  3. @anonima…[che per me anonima non sei]:
    Bellissimo il tuo commento. Profondo come te. Profondo come la nostra voglia di urlare, di andare veloci come un treno, di sorridere, di amare, di vivere la vita fino in fondo, di berla fino all’ultima goccia.
    Il 2009 era per te l’anno del resistere? Lo è stato anche il 2008…e non vedevamo l’ora che finisse. Adesso, attendiamo impazienti questo 2010 sperando che ci porti la tranquillità e la serenità che gli altri anni ci hanno tolto.
    Resistiamo…anche se la vita ci strattona da ogni lato.
    Io resisto con te…lo sai.
    ti voglio bene patà

  4. grazie cielino…il tu ocommento ha centrato in pieno questa fase della mia vita… Un racconto aperto ad ogni possibilità…così come la vita che è aperta a tutto…non esistono strade precise…ma incroci. E sta a te scegliere quale direzione prendere, giorno dopo giorno!
    ti abbraccio anche io!

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